La barriera intestinale
La parete del lume intestinale è disposta in più strati. La barriera superficiale inizia dal microbiota (informalmente detto flora intestinale), l’insieme di microorganismi simbiontici che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo. Lo strato successivo è rappresentato dal muco, al di sotto del quale sono presenti le cellule epiteliali (enterociti), unite strettamente tra loro da giunzioni serrate (tight junction), che permettono di
costituire una barriera fisica efficace nell’assorbire i nutrienti, ma altrettanto efficace nell’impedire alla maggior parte dei germi e delle molecole più grandi di passare dall’interno dell’intestino nel flusso sanguigno.
Svariati fattori, per lo più legati allo stile di vita e all’alimentazione, sono in grado di ridurre la selettività della barriera intestinale, determinando così l’insorgenza della “sindrome dell’intestino gocciolante” (leaky gut syndrome).
In questa condizione, le giunzioni serrate subiscono un’alterazione tale da consentire il passaggio di molecole non self e, quindi, potenzialmente dannose, che possono causare o contribuire alla comparsa dei seguenti sintomi:
diarrea o stipsi;
infezioni genitourinarie ricorrenti;
astenia cronica;
acne, eruzioni cutanee o eczema;
dolori articolari;
vertigini.
Le principali cause di un’alterazione della funzionalità della barriera intestinale sono:
diete non equilibrate;
disbiosi;
uso cronico dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
alcol;
infiammazione sistemica;
infezioni.
Come misurare la permeabilità intestinale?
Il medico italiano Alessio Fasano ha scoperto l’esistenza di una proteina chiamata zonulina, prodotta solo dalla specie umana, che tiene unite le giunzioni serrate (tight junction). Questa scoperta ha permesso di sviluppare un test in grado di misurare la zonulina nelle feci, la cui concentrazione oltre i limiti è misura diretta della presenza di
alterata permeabilità intestinale.
Cosa fare in caso di leaky gut syndrome?
“Il primo passo per contrastare questa condizione è sapere di esserne affetto!”